La guerra in Ucraina e la ricchezza dei russi
La Federazione Russa con le azioni di guerra ha messo a rischio tutti i rapporti economico-finanziari con il resto del mondo.
Le misure repressive della finanza internazionale colpiscono con durezza l’economia russa che già di per sè non esprimeva solidità e valore a livello pubblico – infatti il Pil russo è leggermente inferiore a quello italiano.
Eppure gli oligarchi e gli imprenditori russi sono fra gli uomini più ricchi del pianeta, a livello privato.
La condanna della guerra e le armi della Ue: il Regolamento n. 269/2014
A parte la condanna unanime della insensata guerra scatenata dalla Federazione Russa, l’Ue reagisce con le armi economiche e finanziarie e provvede ad applicare la misura del congelamento dei beni agli oligarchi russi.
Il sequestro di yachts, ville, conti correnti, ecc. è una misura deterrente per mettere sotto pressione l’entourage di Putin, ma su quale fondamento giuridico si basa?
Per rispondere dobbiamo risalire alla prima crisi ucraina, infatti Il Consiglio Europeo, il 17 marzo 2014, aveva emanato il Regolamento Ue n. 269/14.
Il Regolamento Ue, al paragrafo (4) dispone che le autorità degli Stati membri provvedano a congelare i beni appartenenti ad un elenco di persone fisiche, specificatamente indicate nell’allegato I, ritenute “vicine” alla sala di comando della Federazione Russa.
L’ elenco ovviamente continua ad essere aggiornato e le ultime variazioni sono state inserite fra il 25 febbraio ed il 2 marzo 2022, includendo anche gli oligarchi di cui i quotidiani parlano in questi giorni.
I sequestri della Gdf ed il costo dell’operazione
L’Italia, attraverso la Guardia di Finanza ha provveduto ad eseguire i primi sequestri di beni, ma adesso cosa succede?
Probabilmente gli oligarchi non hanno bisogno di questa piccola parte del loro patrimonio, anche se il Regolamento prevede che possano chiedere il dissequestro di quei denari o di quei beni che fossero necessari al sostentamento loro o della loro famiglia o per affrontare spese mediche.
Nel frattempo i beni congelati comportano spese di mantenimento e di gestione, che dovrebbero essere sostenute con gli stessi beni sequestrati.
Tuttavia ora inizia il difficile, infatti bisogna verificare se i conti correnti sono disponibili e sufficienti a sostenere le elevate spese necessarie, oppure “inventarsi” un utilizzo proficuo di yachts e ville – che ovviamente hanno un costo davvero elevato non solo per le strutture ma anche per i dipendenti che se ne occupano.
La legge italiana, con il Dlgs 109/2007 affida la gestione dei beni all’Agenzia del Demanio ed il Regolamento Ue prevede che se non bastassero i denari o i proventi dei beni congelati, vi dovrà provvedere a proprie spese lo Stato membro.
Insomma vi dovrà provvedere lo Stato e lo Stato in ultima analisi prenderà i denari necessari dalle entrate tributarie che sono poi le imposte che paghiamo noi cittadini.
Sicuramente il congelamento dei beni è una potente arma di dissuasione, ha un elevato valore morale e va condivisa totalmente, ma il rischio è che pagheremo noi cittadini il mantenimento di questi costosissimi beni, per restituirli ai legittimi proprietari poi alla fine delle restrizioni.
I riferimenti normativi e gli elenchi
Se siete curiosi e volete vedere gli elenchi aggiornati sappiate che dovrete registrarvi per leggerli, ma li troverete sul sito dell’UIF – Unità Informazioni Finanziarie – a questo link (dovete copiarli nel browser ):
https://webgate.ec.europa.eu/fsd/fsf#!/files
Se invece volete avere informazioni generali sulle misure europee contro il terrorismo e i conflitti, potete seguire questo link:
https://uif.bancaditalia.it/adempimenti-operatori/contrasto/index.html
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